Mandelieu Menton 2004

Stamani nel fare un po' di pulizia nel pc ho ritrovato queste note che avevo scritto al ritorno da Menton nel 2004. Nel rileggerle ho sorriso, ma che stress allora!!!



“ Se ce lo avessero fatto fare per lavoro, sicuramente avremmo fatto sciopero, occupato l’azienda, fatto una serrata etc etc”. Con queste parole ho ringraziato i componenti della mia banda dopo questa, fisicamente e psicologicamente, massacrante trasferta francese.

Già dall’inizio della settimana le cose erano cominciate male, un paio di ragazze avevano dato forfait, ad un trombone ferroviere annullate le ferie per la malattia dei colleghi. Un'altra tutti i familiari malati e non sapeva a chi lasciare i bambini. Ed io a rifare il piano delle camere d’albergo, rimesso in discussione dopo ogni “Non posso venire”. Poi il pensiero del padre di Marco, il nostro Presidente e primo trombone. E soprattutto mio carissimo amico. Stava molto male e Marco era combattuto tra il bisogno di stare con il padre e il dovere di stare con la sua banda. Ed io , impotente, non sapevo cosa consigliare. La consapevolezza che se lui non fosse venuto tutte le responsabilità sarebbero ricadute su di me. Il francese ci avrebbe pagato? E la cena? Ci avrebbe dato la cena come convenuto? E l’impresario di Menton si sarebbe arrabbiato perché a sua insaputa eravamo stati a Mandelieu? Ad aumentare la mia angoscia arriva un fax, le majorettes devono essere alte,mature ma non troppo, magre e tres joli! Mi sento persa, e che siamo alle finali di Miss Italia? Ma lo sanno loro che le majorettes sono una razza in via d’estinzione da proteggere come i ghepardi della savana? Hanno una vaga idea di quante ragazzine bruttine sono poi sbocciate come il brutto anatroccolo della favola?

Marco decide di non venire e la sveglia delle 5 mi trova ancora persa nelle mie mille preoccupazioni. Arriviamo all’orario convenuto e il pulman ancora non c’è. Mi torna subito in mente un paio di anni fa, dovevamo andare alla Rai e il pulman non arrivò, telefonavamo e ci inventavano una scusa dopo l’altra. Fummo abbastanza svegli da capire l’antifona e a salire in macchina e andare a Roma. Roma è a 150 chilometri. Mentone no. Ecco il pulman, meno male un motivo di panico in meno. Stranamente sono tutti puntuali e riusciamo a partire in orario con il mastodontico pulman a 80 posti. A ruota la nostra Cenerentola, il furgone Ducato di anno imprecisato, carico di strumenti. Non siamo ancora in Liguria che Susanna comincia a sentirsi male. Ci fermiamo, sembra stare meglio e ripartiamo. Un centinaio di chilometri e sta di nuovo male, prova a salire con suo marito sul Ducato, forse è il pulman a causarle forti dolori di stomaco. Dopo un po’ chiamano al telefono, hanno deciso di fermarsi al pronto soccorso di Savona. Davanti ai miei occhi sfilano le immagini del pronto soccorso di una città, seppur piccola, di sabato mattino. Mi prende il panico, gli strumenti sono tutti sul ducato e se forano una gomma, se restano bloccati da un incidente, cosa facciamo? Fortunatamente devo ricredermi sulla sanità ligure, tempo mezzora hanno fatto tutto e ci raggiungano nell’area di sosta dove ci siamo fermati per il pranzo. Comincio a tranquillizzarmi, ora deve andare tutto bene, statisticamente deve andare tutto liscio. Arriviamo a Cannes con un ora di ritardo sulla tabella di marcia, quindi l’ora di riposo che avevo calcolato va a farsi friggere. Mi consegnano le chiavi dell’albergo in una cassetta e comincio a consegnarle avvantaggiata dalla mia rooming list preparata precedentemente (due notti di lavoro). Il primo che mi dice “cambiami la camera” lo stendo. Tutti prendono le chiavi docilmente e silenziosamente. Telefono all’impresario francese. La vocina registrata mi dice naturalmente in francese che il numero non esiste. LO SAPEVOOOOO!!!! Ho preso una fregatura. Il tanto temuto bidone eccolo qui. Mi soccorre la mia amica francese che ha approfittato dell’occasione per venirmi a trovare. Legge il numero e mi fa notare che ha il prefisso internazionale come se telefonassi dall’Italia, basta che tolga lo 0033 e monsier Frank risponde che arriva subito. Riprendo fiato.

Arriva Frank accompagnato da un italo francese che almeno risolve il problema della lingua. Ci accompagnano a Mandalieu dove troviamo un’altra banda (ma dove li ho visti questi qui?). Ci dicono di suonare fino alle 18,30 poi quando passeranno i carri dobbiamo accodarci al corteo. Il dvd di Isaia, ecco dove li ho visti! Mi avvicino all’altra banda e gli dico che li ho visti nel dvd della festa di Lonate. Il ghiaccio è rotto e ci accordiamo di suonare un brano per uno, anziché 15 minuti ciascuno come ci avevano detto. Parte la Roncaglia M.B. tutti allineati perfettamente. Che invidia quelle file belle dritte! E che suoni puliti! Noi spariamo Hot Stuff, a tutto volume. Siamo un po’ caciaroni, le file fanno schifo, qualche nota delle trombe forse è un po’ troppo sopra le righe, ma il pubblico applaude. Quando partono le percussioni con il solito giro ritmico la gente batte le mani con noi e canta la melodia dello xilophono. C’è una coppia di persone anziane che ci guardano ammirati. Alla fine del corteo, incuriosita dal fatto che ci hanno seguito per tutta la sera, gli porgo un nostro depliant, pensando che fossero italiani e che ci avessero seguito per “amor di patria”. La signora comincia a snocciolarmi un fiume di parole in francese, e solo dal sorriso capisco che sono complimenti.

Ci sono diversi gruppi, gli sbandieratori di Alba, una banda cecoslovacca con le majorettes fatte con lo stampino ( ma dove le trovano tutte uguali e per di più belle?) e i carri di mimosa. La mimosa è il mio fiore preferito, a casa mia le ha stroncate tutte la neve ed ora che bello vederle fiorite!

Finisce la festa, l’impresario mi paga ( un pensiero in meno) e mi dice che sicuramente ci richiamerà. Ci accompagnano al self service spiegandomi che ci sono i pasti pagati per 270 persone. La fila è enorme, mi rendo conto che nessuno controlla. Chiunque può mangiare e passare per uno di una banda, quasi nessuno indossa la divisa. Noi siamo gli ultimi, e se fossimo il n. 271 e mi portano il conto? Anche questa va bene, ed anche gli ultimi riescono a mangiare. Sono le 22,30.

Rifletto che stranamente nessuno ha avuto da ridire sul fatto che cenavamo ad un ora così tarda e nemmeno sulla scarsa igiene del locale. Qualcuno ha riso dicendo che ha dovuto appoggiare il pane su un Tempo, visto che i vassoi erano sprovvisti di tovaglietta e il tovagliolo era in fondo al self service. Siamo tutti stanchi e silenziosamente rientriamo in albergo. Per me ancora non è finita, devo andare a salutare l’impiegato italiano che mi ha aiutato per le prenotazioni. Lavora in un albergo vicino, della stessa proprietà di dove alloggiamo noi e fa il turno di notte. Mi faccio accompagnare dalla omnipresente Antonella e recupero il vino che gli ho portato. Le bottiglie sono integre, il cartone no, poco male. Ci accoglie calorosamente, ma perchè all’estero se parliamo la stessa lingua siamo tutti amici e in patria ci scanniamo per un parcheggio? Vuole offrirci un caffè, propongo una camomilla, per oggi ho fatto il pieno di eccitanti naturali. Niente camomilla.

Ci consiglia di portare il nostro ducato dentro il parcheggio dell’albergo, non è consigliabile lasciarlo fuori. Chiamo Nazzareno al cellulare e scopro che ha lasciato Irene in camere da sola e che lui è a chiacchiera da qualche parte. Provo altri due o tre numeri, non risponde nessuno. Finalmente risponde Davide, promette che si occuperà del furgone. Torniamo in albergo, nessuno si è occupato del Ducato, quindi riparte Nazzareno. Verso mezzanotte riusciamo a spengere al luce. Mi aspetta un’altra notte insonne, ormai lo so, quando cambio letto non dormo mai.

Commenti

Anonimo ha detto…
.. 30 e lode!!! Alice
Anonimo ha detto…
Beh devo dire che i contrattempi non sono mancati neanche 5 anni fa....forse quelli del 2009 più che contrattempi sono stati aneddoti a partire dalla partenza per poi arrivare all' hotel, a seguito il dopo cena e così via....fino al ritorno a casa....un vero proprio divertimento....allora adesso lo possiamo dire, a distanza di 5 anni la Folkloristica non è cambiata anzi...."peggiorata" in senso buono...bacio a presto...Sere
Anonimo ha detto…
lorella,...mi hai fatto piangere!!!...
Lorella Fanotti ha detto…
E' scritto così male da far piangere!! a parte gli scherzi spero che il senso sia un altro ed è il più grande complimento che si possa fare a chi si diletta in un'arte, che sia lo scrivere, il fare musica, dipingere o qualsiasi altra cosa.... dare un'emozione.
Solo un appunto, ma perchè non vi firmate!
Anonimo ha detto…
ahahaha!!!mamma mia che ride!!!vabbè che ne sono successe di peggiori, ma anche questo aneddoto non è male!vogliamo parlare di Ventimiglia?la famosissima battaglia dei fiori che si è rivelata una vera battaglia???mi ricordo sempre Dante con la cassa a tracolla che correva e schivava i gambi dei fiori che gli venivano lanciati con poca delicatezza e che preso dall'angoscia inizia a sbraitare con la mazza come un moschettiere!che ride!e la manola che era allergica ai fiori venne portata all'ambulanza con gli occhi tutti gonfi!!!e quella volta che avevamo le lucertole nella doccia in hotel?
dai lori apri una discussione sulle strambe vicessitudini della nostra banda!
ciao
daia.
Lorella Fanotti ha detto…
a proposito di aneddoti nel scrivere quel raccontino mi sono dimenticata una cosa. Quando parlavo al telefono con l'albergo in francese volevo dire che "temevo " non ricordo cosa...e sapete come ho tradotto? naturalmente con un je teme (che si scrive je t'aime). Qunado siamo arrivati il receptionist naturalmente si ricordava della gaffe e prontamente me lo ha ricordato! Io avevo lanciato l'invito a scrivere degli aneddoti su face book ma non è stato raccolto....sarebbe invece molto carino ricordarsi cose simpatiche e poi metterle tutte insieme...potrebbe servire per il 150 no? forza ragazzi spremete le meningi e raccogliamo figuracce, figurone ed anche figurine (no Panini)
Unknown ha detto…
Ma vi ricordate a Avellino?Con Pastina rinchiuso nell'armadietto da Nazze e Fabrizio che gli facevano fare il Juke box? E se non rispondeva una schicchera...... dove gli uomini lo sentono meglio?
E la scuola dove eravamo a dormire? Tutta puntellata per via del terremoto?
Ciao Zia Raffa
Lorella Fanotti ha detto…
E la mattina alle 5.30 tutti in piazza del pOpolo ad aspettare il pulman per andare a Uno mattina e il pulman non arrivava, prima aveva forato, poi un incidente, poi un morto, poi due....alla fine prendemmo le macchine sennò a forza d'inventare scusa faceva una strage!!!
Unknown ha detto…
E quando il babbo di Stefano cambiava la ruota in mutande al casello dell'autostrada, per non sporcare la divisa, del nostro scassatissimo pulmann d'epoca!!!
Raffa
sonia ha detto…
lory..hai capito bene...mi hai fatto piangere dall'emozione!!!! per fortuna che la tragicità (si dice così???) col passare del tempo può diventare "comicità" (si dice così??). Dalla tua descrizione degli eventi si capisce il tuo stato d'animo che poi viene trasmesso al lettore...e così mi sono emozionata...sto diventando una "pappa molle"..sarà l'età...ma sicuramente la situazione di totale insoddisfazione generale....che lagna che sono stamattina (solo stamattina????!!!).
ehi sono riuscita (almeno spero) a iscrivermi, così non sono più un "anonimo"!!
ciao a tutti
Lorella Fanotti ha detto…
AHhh eri te l'anonimo!!! va a finire che tra i miei raccontini il libro che ti ho prestato mi diventi una lettrice accanita!!! a proposito del libro...ne hai vinto un altro appena mi riporti quello!
A proposito di Sonia vorrei dire una cosa. L'altro giorno una persona parlando tranquillamente ci ha detto che a Bettolle la Folkloristica è vista come una "società chiusa". Te che sei venuta da fuori vorrei che dicessi quello che pensi di questa affermazione. Buona giornata
Anonimo ha detto…
Scusate il ritardo..volevo rispondere prima ma non ce l'ho fatta. Non vedevo l'ora di rispondere!! Ma come si fa a dire che la Folkloristica è una "società chiusa"??? Io posso raccontare la mia esperienza e devo dire che oggi sono felicissima di far parte della Folkloristica. Tornando in Italia dopo 30 anni passati all'estero, ci siamo resi conto ben presto che la nostra vita qui sarebbe stata molto, ma molto difficile. Con l'aiuto dei miei parenti e di pochissime persone,che ci sono venute incontro con parole e gesti gentili, la nostra integrazione è riuscita (diciamo) abbastanza bene. Sembra strano per me aver avuto bisogno degli altri per la mia integrazione, nel mio paese d'origine, io che per anni ho aiutato gli stranieri ad integrarsi in Svizzera...mi viene da piangere...Comunque, tra le pochissime persone che dicevo prima, ci sono state diverse della Folkloristica, che ci hanno incoraggiato, ci hanno dato consigli, ci hanno aiutato nel mondo del lavoro e soprattutto, ci hanno accettato come siamo. Chiaramente anch'io ho cercato di darmi da fare, l'impegno deve essere reciproco, non si può solo aspettarsi tutto dagli altri, questo io lo so benissimo. Ma quando ti ritrovi delle persone così "genuine", disponibili e simpatiche come le trovate io nella Folkloristica, molte cose ti sembrano un po'più facili da affrontare e così sei anche più motivato a fare qualcosa in più per te, per la tua famiglia, ma anche per il paese (in questo caso Bettolle). La società la Folkloristica non è per niente "chiusa", a chi fa parte della Folkloristica piace stare insieme ad altre persone, piace fare qualcosa di veramente bello per se e per gli altri e accoglie con entusiamo le "new entry"!! Non posso scrivere un romanzo, ma spero di aver dato un'idea del mio stato d'animo!! Yuppiiiii!!! il 22 marzo si va a Forlimpopoli!!! ciao, sonia
Lorella Fanotti ha detto…
A questo giro sono io che mi sono commossa!!! Grazie Sonia, ero certa di quello che avresti risposto. E ne siamo orgogliosi. Come siamo orgogliosi di averti con noi. Penso che la Svizzera ci abbia rimesso una gran bella persona.
Anonimo ha detto…
Bellissimo !! leggevo e era come se fossi nella vicenda che hai descritto. Vi seguo attraverso il blog ed il sito, dopo avervi visto all'opera a Santo Stefano d'Aveto, e siete bravissimi.
Tanti km e ore di prova che sono ripagagati dalla soddisfazione per quello che fate con tanta passione.
Lorella Fanotti ha detto…
Grazie Maurizio, sei sempre generoso di complimenti. Per il "diario" l'ho ritrovato per caso e nel rileggerlo ci ho fatto due risate ma all'epoca.....mi ricordo che ebbi anche una crisi di nervi!un saluto
Lorella

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